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1988 |
La sua pittura a subito nel tempo (nelle opere da
noi esaminate che coprono il ventennio ( 1969
1989 ) uno sviluppo logico e necessario,
passando dal figurativo alle problematiche del
movimento astratto, realizzando una personale
leggibilità l'altra dalle impreviste ed
imprevedibili corrispondenze visive giocate
attraverso le sensazioni piuttosto che attraverso
gli oggetti o le persone. Ecco come nelle opere
recenti del pittore Cattolichino, l'antica
mediazione grafica e cromatica viene aggiunta alla
più diretta e consapevole trasmissione delle
problematiche psicologiche. E' indubbiamente una
svolta in senso antiromantico, mistica se
vogliamo e Paul Bonnie Kent lega tutto ciò che può essere legato per restituire un senso alla vita,
cerca la sintesi, la vivificazione di un emblema, un
equilibrio entro il quale far spaziare la
definizione lineare netta ed i rapporti
significativi che intercorrono tra un colore e
l'altro. |
P.P. |
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2003 |
Forme sintetiche, articolate in originali insiemi,
emergono nell'ordito geometrico che Bonnie Kent
elabora nelle sue opere, fondendo razionalità e
simbologia, visione fisica e percezione ideale in
un'interpretazione della realtà oltre la sua
dimensione fenomenica. Pittura di contenuto che
amplifica la concettualizzazione in una animata
dialettica grafica, rendendo espressive le
immagini soprattutto con le vibrazioni del tessuto
coloristico. |
S.P. |
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2004 |
L'artista Bonnie Kent Paul, è figura originale
contemporanea d'un astrattismo che potremo definire
metafisico, nel senso di voler rifuggire la rigida fisicità reale, ma non per questo trascendere in
trasfigurazioni oniriche, o peggio ancora in metapsichismi di maniera, poichè l'unico
assunto della sua esistenza di uomo e di artista, è
quello di considerare la forma nel suo" farsi", nel
suo concretizzarsi qualitativo è che spesso è condizionato non già dal modo, bensì dal suo
collocarsi spazio-temporale. La sua forma è
evoluzione dinamica nello spazio, non certo, non
definito nel suo topico-temporale, ma come essenza
spirituale che si attua dinamicamente in tutto il
qualitativo possibile, ma che non può essere
definito come esigenza del reale, ma il reale che si
attua come armonia del caso. E la forma si lascia
definire, surrealismo dinamico-creativo,
nell'intricato labirinto prospettico spaziale, in
tutta la propria bellezza ed espressività talch'è
ogni elemento di se, ogni sua manifestazione, altri
non è che un armonico divenire che l'artista coglie
e come sintesi che come attualità del suo
manifestarsi, mentre già Ella muta, evolve in altra
sua forma ed espressività che contiene in se e la
propria attualità conseguenziale come pure l'intima
ragione dinamico-trasformativa. In sintesi, nulla è
statico, tutto è dinamica attuazione, si che la
ragione, nel mentre coglie un aspetto, avverte
l'angoscia d'una propria intuita limitazione, poichè
tutta la realtà anche se apparentemente statica,
intimamente è ragione d'un dinamismo armonico
evolutivo. E' la denuncia dell'uomo-artista, d'ogni
convenzione, d'ogni forma abitudinaria del pensiero
e dell'attività creativa e che limitano l'intima
comprensione del tutto e del rapporto armonico tra
"l'io", particola definita, e l'universale. In
sintesi ritenere ogni aspetto della realtà pur nella
propria originalità soggettiva, come conseguenza di
un insieme di enti formali che l'hanno determinata,
ma che nel contempo è essa stessa parte di un'altra
e più complessa originalità la quale, nel mentre si
mostra è già "quant'altro". Ed è un processo quello
dell'artista, che mentre mette in discussione la
fallace certezza della realtà contestualmente spinge
la ragione ad aprirsi a spazi prospettici più ampi,
si da cogliere, in un più complesso dinamismo prospettico-formale, quell'unica ragione che
è
motore e fine d'un dinamismo armonico-evolutivo, in
quale altri non è che manifestazione dello Spirito
Assoluto. |
S.C. |
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2008 |
Non è artista chi continua ad esserlo, ma chi
smette e ricomincia. E ha dentro la forza di farlo.
Assioma che segna è la vita sua et le opere di una
intelligenza geometrica che lo avvicina pur con
grandi ricorsi astorici al Novecento di Veronesi e
di Dadice....... Romagnolo puro profondo
osservatore della irrealtà Ha avuto il coraggio
civile di riprendere tele e pennelli e riaprire con
Dea Arte. Ed è quanto basta!. Secondo chi qui
scrive, il più eclettico, eccentrico, operatore dei
nostri giorni. Nel 2006 "rinasce", (almeno così
pare), recupera le non sudate carte, guache
ingialliti, vecchie tele mai portate alla luce e
cerca di ritrovare il centro di gravità permanente
espressivo, alternando figurazione all'astratto al
surreale. Il Bonnie sa che essere originali,
eclettici, eccentrici oggi vuol dire esprimere un
peso specifico culturale elevato. |
D.C. |
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2009 |
Nei dipinti di Paul Bonnie Kent, luce segno e colore,
si incontrano attraverso un gioco di composizioni dando vita
ad immagini vitali, di inesauribile energia, che risucchiano
lo spettatore in un vortice di tinte passionali e
appassionate. E mentre il puzzle si compone, le figure
evocate emergono nella loro totale bellezza. |
E.C. |
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